Come si calcola il valore di un dipinto

Me l’hanno chiesto centinaia di volte, come si determina il prezzo di un dipinto.

Allora proviamo a rispondere qui.

Vi illustrerò il metodo di calcolo. Parliamo di pittura, bidimensionale.

Immaginiamo di avere un dipinto come questo, misure 40 x 60 cm

(è regola scrivere sempre prima l’altezza e poi la base nelle didascalie delle opere).

L’artista avrà un suo coefficiente, che può variare da 1 in su, in base a quanto è affermato.

Mettiamo caso che l’artista abbia il coefficiente 5.

Allora il prezzo sarà:

(400 + 600) mm x 5 = 5.000, 00 euro

È molto semplice. Capirete che la questione principale è conoscere il coefficiente attribuito all’artista dal mercato.

Se non conoscete il coefficiente, ma riuscite a chiedere a più di una galleria che rappresenta l’artista il prezzo dei suoi dipinti, riuscirete a calcolarlo e a capire, in base alle misure e ai prezzi, se c’è qualcuno che fa prezzi più alti o che fa sconti. Comunque non c’è nulla di strano da parte di una galleria nel comunicarvi il coefficiente dell’artista, perciò non fatevi problemi a chiederlo.

Come viene determinato il coefficiente dell’artista, dunque il suo valore?

Come avrete già capito nel leggere i miei articoli su “consigli per l’acquisto di un’opera d’arte”, a determinare il valore dell’opera influiscono molti fattori.

In sintesi, sono questi:

– l’importanza della galleria che lo rappresenta;

– l’importanza del critico che scrive per lui;

– l’importanza e il numero di esposizioni personali e collettive;

– l’esposizione delle sue opere in grandi kermesse, mostre e istituzioni pubbliche;

– la pubblicazione delle opere in cataloghi e libri d’arte;

– la presenza dell’opera in collezioni pubbliche e private importanti;

– la vincita da parte dell’artista di premi importanti.

Per spiegare in base a cosa si definisce l’importanza dovrei aprire un capitolo a parte.

Potete immaginare che il sistema che dà valore agli artisti è un sistema di relazioni che si concatenano tra loro. Il critico sarà importante qualora collaborerà con gallerie di rilievo e per artisti affermati. Il gallerista sarà influente qualora gli artisti proposti avranno avuto un riconoscimento pubblico da parte di istituzioni e musei, oltre ad essere entrati nelle collezioni private. Il collezionista avrà influenza nel successo di un artista, qualora la sua collezione sarà ricca e rappresentativa di un determinato periodo o movimento artistico e qualora le sue opere saranno rese pubbliche tramite, almeno, prestiti per esposizioni.

Questo discorso vale per il sistema delle gallerie d’arte. Se, invece, teniamo conto anche delle case d’asta, la situazione può variare, per diversi motivi.

Innanzi tutto il prezzo di aggiudicazione di un’opera all’asta, trattandosi appunto di un’asta in cui viene a priori stabilito un range di stima del valore dell’opera, ed essendoci un prezzo di riserva minimo segreto concordato con il proprietario dell’opera, può accadere che l’opera venga venduta a un prezzo che sottovaluti o sovrastimi il valore dell’opera e dell’artista.

Può accadere che alcune opere, perchè appartenenti a collezioni talmente prestigiose ed esposte in occasioni talmente importanti, vengano aggiudicate a prezzi altissimi, che non vedrete mai nei “listini” di una galleria d’arte. Trattasi dei cosidetti “record”, che aiutano anche la casa d’aste a farsi pubblicità e ad aumentare la sua reputazione, oltre a determinare un aumento del valore di quell’artista.

Sui record e sul “gonfiare” i prezzi alle aste ci sarebbe da dire molto, magari lo farò in un’altra occasione.

Purtroppo può accadere, al contrario, che un artista che ha un valore riconosciuto nel mercato delle gallerie d’arte, sia sottovalutato alle aste.

Io però consiglio di non allarmarsi troppo. Ci sono altrettanti fattori da considerare per ritenere di aver fatto un buon investimento:

– se il mercato dell’artista scelto non è locale, ma nazionale e magari internazionale e le sue opere circolano ancora al coefficiente con cui l’avete acquistato o magari è aumentato, nelle gallerie;

– se i prezzi delle vendite all’asta, seppur minori, sono costanti o in aumento nel tempo;

– se i passaggi in asta non sono ancora tali da poter fare delle statistiche e delle previsioni sull’artista;

– se la vostra opera ha avuto o avrà l’occasione di essere esposta e/o pubblicata.

Potreste anche aver fatto un buon affare acquistando l’opera di un artista locale, consapevoli però di avere anche un’opportunità di rivendita e rivalutazione che rimane altrettanto locale.

A causare la sottostima o i casi di invenduto all’asta, a volte, è la precocità con cui vengono messi all’asta certi artisti.

In questo periodo, diciamolo “di crisi”, potete vedere, per fortuna o per sfortuna, che in asta passano artisti molto noti e affermati, e sempre meno recenti scoperte.

Se il mercato si è un po’ affievolito, è quasi un bene che i “giovani” non vengano proposti alle aste per la prima volta in questo periodo, perché rischierebbero di restare “invenduti”, con una cattiva influenza nelle successive valutazioni e nel loro successivo percorso all’asta.

E purtroppo ciò è successo nei periodi di benessere economico, stroncando la “carriera” d’asta di alcuni artisti, seppur oggi siano nei libri di storia dell’arte contemporanea.

Non è quasi mai un bene, comunque, che un’opera recentemente realizzata e acquistata inauguri l’ingresso alle aste di un artista. Può essere interpretato come “l’ho comprato, ma non ci credo perciò lo rivendo subito”. E magari è di un’artista che potenzialmente ha un altissimo valore artistico e di mercato, in base ai fattori indicati all’inizio.

A causare questi meccanismi sono quei mercanti d’arte allo stato grezzo, ecco, quei mercanti grezzi, scusatemi, che dell’arte poco gliene importa, e poco ne sanno anche di cos’è un vero investimento.

Compra-vendi-compra-vendi …. non fa per nulla bene agli artisti né all’arte.

Perciò, comprate quel che vi piace, quello in cui credete, fatevi consigliare dal vostro consulente o gallerista di fiducia, ma una volta comprato, non liberatevi subito dell’opera, AMATELA.

Magari la terrete per sempre e non ve ne vorrete mai disfare, o magari troverete il momento e il modo opportuno per farlo, facendo del bene a voi e anche al vostro artista.

Sì, è il modo che cambia tutto. Alla seduta d’asta dell’8 marzo 2013 di Chriesties’ New York, hanno fatto il loro debutto, con successo, alcuni artisti come Jemima Kirke, Aleksandar Duravcevic e Dustin Yellin.

Da una stima di 5.000 – 7.000 dollari, l’opera di Dustin Yellin

dustin yellin
I see the boys of summer
glass, collage and acrylic
16¾ x 17¼ x 5½ in. (42.5 x 43.8 x 13.9 cm.)
Executed in 2012

è stata aggiudicata per 30.000 dollari.

L’opera è stata donata dall’artista, come hanno fatto altri ventidue autori, per supportare il Museo di Brooklyn, che tramite le vendite all’asta ha raccolto il sostegno finanziario per le sue attività.