Come si calcola il valore di un dipinto

Me l’hanno chiesto centinaia di volte, come si determina il prezzo di un dipinto.

Allora proviamo a rispondere qui.

Vi illustrerò il metodo di calcolo. Parliamo di pittura, bidimensionale.

Immaginiamo di avere un dipinto come questo, misure 40 x 60 cm

(è regola scrivere sempre prima l’altezza e poi la base nelle didascalie delle opere).

L’artista avrà un suo coefficiente, che può variare da 1 in su, in base a quanto è affermato.

Mettiamo caso che l’artista abbia il coefficiente 5.

Allora il prezzo sarà:

(400 + 600) mm x 5 = 5.000, 00 euro

È molto semplice. Capirete che la questione principale è conoscere il coefficiente attribuito all’artista dal mercato.

Se non conoscete il coefficiente, ma riuscite a chiedere a più di una galleria che rappresenta l’artista il prezzo dei suoi dipinti, riuscirete a calcolarlo e a capire, in base alle misure e ai prezzi, se c’è qualcuno che fa prezzi più alti o che fa sconti. Comunque non c’è nulla di strano da parte di una galleria nel comunicarvi il coefficiente dell’artista, perciò non fatevi problemi a chiederlo.

Come viene determinato il coefficiente dell’artista, dunque il suo valore?

Come avrete già capito nel leggere i miei articoli su “consigli per l’acquisto di un’opera d’arte”, a determinare il valore dell’opera influiscono molti fattori.

In sintesi, sono questi:

– l’importanza della galleria che lo rappresenta;

– l’importanza del critico che scrive per lui;

– l’importanza e il numero di esposizioni personali e collettive;

– l’esposizione delle sue opere in grandi kermesse, mostre e istituzioni pubbliche;

– la pubblicazione delle opere in cataloghi e libri d’arte;

– la presenza dell’opera in collezioni pubbliche e private importanti;

– la vincita da parte dell’artista di premi importanti.

Per spiegare in base a cosa si definisce l’importanza dovrei aprire un capitolo a parte.

Potete immaginare che il sistema che dà valore agli artisti è un sistema di relazioni che si concatenano tra loro. Il critico sarà importante qualora collaborerà con gallerie di rilievo e per artisti affermati. Il gallerista sarà influente qualora gli artisti proposti avranno avuto un riconoscimento pubblico da parte di istituzioni e musei, oltre ad essere entrati nelle collezioni private. Il collezionista avrà influenza nel successo di un artista, qualora la sua collezione sarà ricca e rappresentativa di un determinato periodo o movimento artistico e qualora le sue opere saranno rese pubbliche tramite, almeno, prestiti per esposizioni.

Questo discorso vale per il sistema delle gallerie d’arte. Se, invece, teniamo conto anche delle case d’asta, la situazione può variare, per diversi motivi.

Innanzi tutto il prezzo di aggiudicazione di un’opera all’asta, trattandosi appunto di un’asta in cui viene a priori stabilito un range di stima del valore dell’opera, ed essendoci un prezzo di riserva minimo segreto concordato con il proprietario dell’opera, può accadere che l’opera venga venduta a un prezzo che sottovaluti o sovrastimi il valore dell’opera e dell’artista.

Può accadere che alcune opere, perchè appartenenti a collezioni talmente prestigiose ed esposte in occasioni talmente importanti, vengano aggiudicate a prezzi altissimi, che non vedrete mai nei “listini” di una galleria d’arte. Trattasi dei cosidetti “record”, che aiutano anche la casa d’aste a farsi pubblicità e ad aumentare la sua reputazione, oltre a determinare un aumento del valore di quell’artista.

Sui record e sul “gonfiare” i prezzi alle aste ci sarebbe da dire molto, magari lo farò in un’altra occasione.

Purtroppo può accadere, al contrario, che un artista che ha un valore riconosciuto nel mercato delle gallerie d’arte, sia sottovalutato alle aste.

Io però consiglio di non allarmarsi troppo. Ci sono altrettanti fattori da considerare per ritenere di aver fatto un buon investimento:

– se il mercato dell’artista scelto non è locale, ma nazionale e magari internazionale e le sue opere circolano ancora al coefficiente con cui l’avete acquistato o magari è aumentato, nelle gallerie;

– se i prezzi delle vendite all’asta, seppur minori, sono costanti o in aumento nel tempo;

– se i passaggi in asta non sono ancora tali da poter fare delle statistiche e delle previsioni sull’artista;

– se la vostra opera ha avuto o avrà l’occasione di essere esposta e/o pubblicata.

Potreste anche aver fatto un buon affare acquistando l’opera di un artista locale, consapevoli però di avere anche un’opportunità di rivendita e rivalutazione che rimane altrettanto locale.

A causare la sottostima o i casi di invenduto all’asta, a volte, è la precocità con cui vengono messi all’asta certi artisti.

In questo periodo, diciamolo “di crisi”, potete vedere, per fortuna o per sfortuna, che in asta passano artisti molto noti e affermati, e sempre meno recenti scoperte.

Se il mercato si è un po’ affievolito, è quasi un bene che i “giovani” non vengano proposti alle aste per la prima volta in questo periodo, perché rischierebbero di restare “invenduti”, con una cattiva influenza nelle successive valutazioni e nel loro successivo percorso all’asta.

E purtroppo ciò è successo nei periodi di benessere economico, stroncando la “carriera” d’asta di alcuni artisti, seppur oggi siano nei libri di storia dell’arte contemporanea.

Non è quasi mai un bene, comunque, che un’opera recentemente realizzata e acquistata inauguri l’ingresso alle aste di un artista. Può essere interpretato come “l’ho comprato, ma non ci credo perciò lo rivendo subito”. E magari è di un’artista che potenzialmente ha un altissimo valore artistico e di mercato, in base ai fattori indicati all’inizio.

A causare questi meccanismi sono quei mercanti d’arte allo stato grezzo, ecco, quei mercanti grezzi, scusatemi, che dell’arte poco gliene importa, e poco ne sanno anche di cos’è un vero investimento.

Compra-vendi-compra-vendi …. non fa per nulla bene agli artisti né all’arte.

Perciò, comprate quel che vi piace, quello in cui credete, fatevi consigliare dal vostro consulente o gallerista di fiducia, ma una volta comprato, non liberatevi subito dell’opera, AMATELA.

Magari la terrete per sempre e non ve ne vorrete mai disfare, o magari troverete il momento e il modo opportuno per farlo, facendo del bene a voi e anche al vostro artista.

Sì, è il modo che cambia tutto. Alla seduta d’asta dell’8 marzo 2013 di Chriesties’ New York, hanno fatto il loro debutto, con successo, alcuni artisti come Jemima Kirke, Aleksandar Duravcevic e Dustin Yellin.

Da una stima di 5.000 – 7.000 dollari, l’opera di Dustin Yellin

dustin yellin
I see the boys of summer
glass, collage and acrylic
16¾ x 17¼ x 5½ in. (42.5 x 43.8 x 13.9 cm.)
Executed in 2012

è stata aggiudicata per 30.000 dollari.

L’opera è stata donata dall’artista, come hanno fatto altri ventidue autori, per supportare il Museo di Brooklyn, che tramite le vendite all’asta ha raccolto il sostegno finanziario per le sue attività.

64 pensieri su “Come si calcola il valore di un dipinto

  1. Tutto giusto quello che hai scritto, mi piacerebbe conoscere un tuo parere invece sulle percentuali che spettano ai galleristi in caso di vendite.

  2. Ciao, secondo il tuo articolo, un artista sconosciuto, come me ad esempio, che propone un dipinto 50×70 può chiedere 1200 euro? a me sembra esagerato… poi non lo so..

    1. Ciao Alessandro, grazie per il tuo commento. Non so cosa intendi per “sconosciuto”. Se un artista è veramente “sconosciuto” significa che non ha né un acquirente né un mercato. Stavo parlando di coefficienti di artisti inseriti nel sistema dell’arte e delle gallerie. Se 1200 euro son troppi, forse il coefficiente può essere 0,5.

      1. Ciao, si per sconosciuto intendevo che non ho ancora mercato; ti ringrazio per la risposta e ti rinnovo i complimenti per l’articolo.

  3. Buongiorno,

    Mi chiamo Francesco sono figlio di un importante pittore torinese (la cui fama è ben consolidata), scomparso qualche anno fa. Da sempre constato grande discrepanza tra le quotazioni di mio padre, pattuite con almeno un paio di prestigiose gallerie di Torino, e il “disastroso” mondo delle aste. A conferma di quanto detto da Voi, sottolineo che questo divario “economico” comporta spesso ripercussioni letteralmente ignobili, soprattutto quando una casa d’aste decide di battere il pezzo di un artista in concomitanza con una sua mostra personale. Vi lascio la libertà d’immaginare la scena di un potenziale acquirente, abbandonare l’esposizione per accaparrarsi un pezzo, a danno delle eventuali vendite in sede di galleria (scene eclatanti testimoniate con i miei occhi). E questo si ripete sistematicamente, le persone non hanno più scrupoli e la serietà di chi vende e di chi compra è una qualità ormai rara. Esiste un qualche modo per difendersi da questo sciacallaggio?

    complimenti per il bogl!

    Francesco

    1. Caro Francesco, come ho scritto sopra, all’asta i prezzi di aggiudicazione delle opere possono essere molto diversi da quelli che si trovano in galleria. Ma mi pare di leggere nel tuo commento una critica generale negativa verso chi acquista o vende all’asta. In realtà il fatto che un’artista sia quotato all’asta è un fattore positivo, soprattutto se passa per le case più importanti come Christie’s, Sotheby’s e Phillips De Pury. Che un collezionista voglia vendere all’asta l’opera in concomitanza di una mostra e’ semplicemente perché la mostra attira l’attenzione sul l’artista in quel momento ed è più probabile che si trovi un acquirente. Il mercato delle gallerie e quello delle aste dovrebbe essere complementare. Quel collezionista che ha lasciato la galleria avrà acquistato un’opera di un periodo precedente o comunque un’opera che non era disponibile in mostra no?

      1. Sì, mi spiego meglio: nel corso di un’esposizione di mio padre un collezionista entra in galleria e decide di acquistare un’opera (un 60 x 60 cm) valutata 4200 euro e la “ferma”, giusto il tempo di reperire la somma e tornare nell’immediato. In quei giorni il collezionista si accorge che ad un’asta stanno per battere un’opera di mio padre, appartenente più o meno allo stesso periodo dell’esposizione in questione: formato 120 x 60 cm con base d’asta pari a 1500 euro o addirittura inferiore (adesso non ricordo con esattezza). Quindi torna in galleria, disdice l’acquisto e si dirige all’asta per accaparrarsi il lotto ad un prezzo sicuramente molto più economico. Il comportamento di questo signore non è un’eccezione e mio padre ha perso diverse occasioni per “colpa” delle aste. La valutazione di riferimento, per lui, è sempre stata quella dei galleristi, con un coefficiente assestatosi a 3.5.

        Grazie per la sua attenzione e per il tempo dedicatomi!

        Francesco

      2. Caro Francesco, purtroppo il mercato delle aste io lo paragono al mercato della borsa. Tu sai e sei convinto che la tua azienda valga tot, poi quando entra nel mercato ti scontri con la realtà: in quanti son disposti ad acquistare le quote della mia società? Qual e’ il valore reale di mercati? All’asta il prezzo, anche se parte da una base bassa, può salire di molto se ci sono più acquirenti che lottano per ottenere lo stesso pezzo. Quindi io continuo a non essere contraria alle aste. Il mercato e’ libero e anche nell’arte e’ ora che gli operatori si rendano conto che i clienti stessi sono consapevoli delle diverse opportunità che offre il mercato. Ci sarà sempre meno discrepanza di conoscenza tra chi vende e chi compra, soprattutto grazie alle informazioni che si possono reperire dal web e da chi offre analisi di mercato. Perciò qui a giocare d’astuzia dovrebbe essere il gallerista, che dovrebbe offrire opere recenti dell’artista che non sono ancora disponibili all’asta. Se invece vuole offrire opere di periodi precedenti per cui c’è una vera concorrenza con le opere all’asta, potrebbe offrire uno sconto o del valore aggiunto per potersi tenere il collezionista. Sono solo degli esempi, non conoscendo l’artista ne’ la casa d’asta ne’ il periodo dell’opera a cui ti riferisci non ti posso dare una lettura precisa. Grazie per aver dato questo spunto al blog!

  4. salve, una domanda, i coefficenti sono “standard” o variano da galleria a galleria???
    ho un quadro che vorrei vendere ma…non trovo il coefficente dell’artista da nessuna parte…ma son certa che sia un pittore italiano discretamente conosciuto

      1. buongiorno, davvero complimenti per questo blog, che mi sta fornendo preziose informazioni: sono una neofita del settore ma mi piacerebbe investire in opere d’arte. le scriverò in privato per un consiglio. grazie anticipatamente!

  5. Complimenti per questo articolo: è di una chiarezza ed una onestà assolutamente rare.
    Una domanda: nel calcolare il valore dell’artista, non contano proprio nulla gli articoli che la stampa (specializzata o meno) fa su di lui o magari le interviste che gli vengono rivolte?
    Cari saluti

    Silvio

  6. grazie per le preziose informazioni, anch’io sono un’artista sconosciuta, e in questo momento ho dipinto un quadro per un’amica e mi sono trovata in imbarazzo e chiederle una cifra che non riuscivo a quantificare, adesso quantomeno ho delle basi da cui partire,grazie ancora
    complimenti per il blog
    paola

  7. Complimenti per il blog,possiedo un dipinto del pittore BOLDINI ma non riesco a sapere la sua valutazione saprebbe darmi una risposta,il dipinto è un 50×70 grazie anticipatamente

    1. Gentile sig. Luciano,
      per poter avere una quotazione precisa dell’opera, se desidera, dovrebbe comunicarmi maggiori dettagli dell’opera (titolo, data, tecnica, misure e qualsialtra notizia in suo possesso sulla provenienza dell’opera). Volentieri posso aiutarla, se vuole scrivermi a bellezzedarte@gmail.com, grazie. F.

  8. Salve. Il discorso del coefficiente è abbastanza chiaro, ma presuppone che l’artista sia già affermato. Cosa deve fare, invece, un giovane artista per conoscere il valore delle sue opere? E’ giusto, in questo caso, far valutare le opere da un gallerista o esperto e di conseguenza vedersi assegnato un coefficiente, o il prezzo all’inizio lo fa esclusivamente il mercato??

    1. Anche i giovani artisti possono avere un coefficiente, se rappresentati da una galleria. Se alle prime mostre, questo deve essere basso, tra 0,5 e 1 ad esempio. Se invece l’artista non è ancora entrato nel mercato delle gallerie, conviene comunque, per correttezza, tenere i prezzi più bassi, per non creare disequilibri nel mercato. Certo, possiamo tutti imbrogliare e vendere giovani artisti a prezzi alti, se troviamo gli acquirenti disposti a spendere la cifra richiesta. Il mercato dell’arte, però, sta diventando sempre più trasparente. Le informazioni saranno col tempo a disposizione di una maggior quantità di persone. Il collezionista interessato anche all’investimento preferirà scegliere per lo stesso prezzo l’opera di un’artista già supportato da una galleria. Ma si sa, l’85% della motivazione che porta all’acquisto di un’opera d’arte deriva dal fattore emozionale, in parole povere si compra quel che ci piace. Certo, se si è speso il giusto, anche se nel tempo il valore dell’opera non sarà aumentato, ci si potrà godere la propria opera senza aver rischiato molto dal punto di vista dell’investimento. Se, invece, si è pagato troppo e non si riesce a rimpiazzare l’opera nel mercato a quel prezzo erroneamente “alto” a cui si è acquistato, l’investimento risulta un fallimento. Ed è quello che consiglierei di evitare.

      1. Grazie mille per la disponibilità! Ora le chiedo qualcosa che può tranquillamente rifiutare: se fossi curioso, più che del coeffifiente, di avere un suo parere su quello che faccio…?? potrei mandarle un paio di foto ?

  9. Potrei chiedere, cortesemente, come quantificare il valore di un opera d’arte dell’artista Sirio Bellucci? Non si tratta di un dipinto ma di un oggetto tridimensionale.

    1. Gentile Ruben, l’artista Sirio Bellucci purtroppo è mancato da poco. Data la sua lunga carriera, non è possibile applicare un coefficiente unico per le sue opere. Ne approfitto per chiarire questo concetto. Per stimare il valore di un’opera di un artista storicizzato si devono considerare diversi fattori oltre alla tecnica e alle misure, che includono principalmente il periodo di esecuzione (la data, ma anche l’appartenenza a un certo genere di produzione dell’artista ben identificabile nella sua carriera), la pubblicazione e l’esposizione in mostre pubbliche o private, in caso anche la provenienza dell’opera e la sua rarità.
      Infine, occorre possedere l’autentica firmata dall’artista, che dovrebbe esserle stata consegnata al momento dell’acquisto dell’opera. In caso contrario, ci si può rivolgere all’Archivio delle opere dell’artista, la cui commissione di esperti esamina l’autenticità dell’opera e lavora per la catalogazione della produzione dell’artista. Solitamente l’archivio è gestito dagli eredi.

      1. La ringrazio infinitamente delle delucidazioni.
        Comunque, nel caso volesse, potrei anche inviarle una foto dell’opera in esame, che dovrebbe risalire a prima del 2008, anno in cui mi è stata fatta dono.
        grazie ancora.

  10. Salve. Quale coefficiente si puo’ usare per un quadro non firmato di fine Ottocento? Si tratta di una natura morta floreale di grandi dimensioni, circa 70×100, con cornice orginale. Grazie

    1. Gentile Stefano, come ho spiegato sopra il coefficiente si applica agli artisti contemporanei. Nel suo caso occorre farlo visionare da un esperto per poter valutare l’autenticità e il valore dell’opera. Se lo desidera può inviarmi le informazioni e le foto del quadro via mail e vedo se posso aiutarla. Cordiali saluti F.

      1. La ringrazio per la sua risposta e le allego delle foto del dipinto. Sull’autenticita’ non ho alcun dubbio, anche perche’ non stiamo parlando di un capolavoro. Credo sia…bello per il soggetto e la sua dimensione. Ancora grazie   Stefano

        ________________________________

  11. Salve prima di tutto non sono un appassionato di dipinti ma sono in possesso di una donazione di mio nonno e si tratta di due dipinti 60×105 data dell’epoca di cui mi hanno detto …si tratterebbe del 700′ di tutto questo vorrei sapere il nome dell’autore e il valore effettivo come dovrei fare? Una persona che li ha visti mi disse che sono opere solimenesche.vorrei un aiuto mi trovo a Napoli vi ringrazio anticipatamente

  12. Gentile Fabio, nel suo caso per poter avere una valutazione ci si può rivolgere a un antiquario esperto e riconosciuto, a un perito per una perizia o expertise, infine a una casa d’aste, in base alle caratteristiche dell’opera. I costi di una perizia possono essere molto alti. Se lo desidera, può inviarmi maggiori dettagli sulle opere, con foto allegate, alla mail bellezzedarte@gmail.com e vedrò di consigliarle la soluzione più conveniente e migliore. Grazie, F.B.

  13. Buongiorno, eccomi di nuovo per una domanda sulla solita questione del calcolo del valore di una opera. Con il suo metodo (b+h x coeff.) sto preparando il listino dei prezzi della nuova esposizione di mia moglie, mi trovo perplesso nel calcolare il valore di quadri di piccole dimensioni.
    Es: 24x29cm mi risulta 950 euro, 40x40cm 1440 euro, un diptico formato da 2 40x40cm
    2160 euro e 100x100cm 3600 euro.
    Capisco che non si deve calcolare il valore a m2, ma non riesco a capire la logica di questo
    metodo di valutazione.
    Grazie per la sua cortesia e pazienza
    Danilo

    1. Gentile Danilo,
      dai calcoli che ha esposto il coefficiente applicato alle opere di sua moglie è 1,8.
      La logica di questo metodo consiste nell’aumento del valore all’aumento delle dimensioni, in modo che si possa definire un valore fisso all’artista, che col tempo può salire. Se le opere sono di diverso periodo, possono anche avere prezzi diversi.
      In alcuni casi si arrotonda per difetto il prezzo delle opere più grandi.
      Cosa non le torna?

  14. Esatto il coeff. é giusto, mi sembra peró sproporzionato il valore di un quadro di piccole dimensioni rispetto ad un quadro grande, chiaramente tenendo conto dei diversi periodi delle opere
    Es: 24x29cm 950 euro e 162k162cm 5830euro
    mentre con il calcolo a m2
    24x29cm 250 euro e 162k162cm 9500 euro
    tutti due sono sproporzionati inversamente, il primo verso il basso e il secondo verso l’alto.
    Non so veramente cosa fare, soprattutto perché questa mostra avrá quadri di dimensione ridotte e non vorrei esagerare nel preparare i prezzi per il gallerista.
    Grazie mille per la sua pazienza e i suoi consigli
    Saludos
    Danilo

  15. Gentile Danilo, l’uso del coefficiente per il calcolo del prezzo delle opere d’arte di artisti contemporanei non è un “mio” metodo, ma il metodo usato di comune accordo da tutte le gallerie. Il gallerista di sua moglie dovrebbe essere il primo a saperlo e a utilizzarlo per stilare insieme la lista dei prezzi delle opere in mostra, quindi non si preoccupi di esagerare, ma usi il coefficiente concordato per le opere dell’artista. Francesca

  16. Salve . Sono un artista e dipingo dal 2003.Ho partecipato a diverse collettive e realizzato diverse esposizioni personali .Non ho contatti con Gallerie se non con una che espone in conto vendita miei lavori. Ho sempre applicato il coefficiente di 0, 5 ma ora, in prossimità di una personale a Firenze , avrei pensato di portarlo a 1 . Questo perché , subito dopo vorrei propormi a delle gallerie ed ho paura che il coefficiente che ho sempre applicato sia basso ,considerando la quota da attribuire al gallerista . Non sono seguita da critici anche se i miei lavori piacciono molto al pubblico. Se fosse possibile potrei chiedere di farglielo visionare ? Magari inviando le una mail ? Grazie

  17. buonasera,
    se possibile vorrei un consiglio ,ho un dipinto olio su tela 18×24 di antonio pinto con il certificati di autenticita’ firma del pittore e quotazione ,pezzo unico del pittore vorrei sapere se vale qualcosa mi aiutebbe a capirci io purtroppo sono ignorante nel campo pittori magari le mando una mail con la foto e il certificato,in attesa di una sua risposta cordialmente saluto. Raffaella.C

  18. Complimenti per il suo blog e’ molto interessante.Posseggo un dipinto ad olio su tela 35×50 firmato Dario Brera- Titolo Augusta – Mi e’ stato donato da un mio caro amico ..quanto puo valere. Grazie

  19. buonasera,
    ho trovato in un vecchio box , dei quadri (7) di copie vere come es. l’urlo di Munch , ecc.., solo con il telaio senza cornice, datati e firmati anche sul retro anno 1987, fatti da una ragazza allora studente dell’ accademia di Brera (Mi).
    Quanto possono valere ?
    Grazie !

    1. Buonasera! Bisognerebbe sapere chi è la ragazza, cosa fa ora, che percorso ha seguito, se l’opera può rientrare nel mercato dei falsi d’autore, per poterne stabilire un prezzo, altrimenti è come se fosse una copia di un’opera dipinta da chiunque ossia nessuno, con il suo puro valore commerciale da mercatino. Cordialmente, Francesca

    1. Gentile Federico, l’artista Sante Monachesi è scomparso nel 1991. Non si può calcolare un coefficiente per le sue opere, ma occorre valutare la singola opera in base alle sue caratteristiche e alla sua storia. Francesca

  20. Non sarebbe cosa giusta aprire un pubblico registro delle opere tipo la SIAE per la musica, dove gli artisti depositano le loro opere e loro o i loro eredi possono guadagnarne i diritti dalla esposizione, dalla pubblicazioni o da ogni singolo passaggio di mano dell’opera anche se passata in asta? In questo modo si detterebbero regole certe, contrastando anche il mercato dei falsi (simile al plagio per la musica) e contrastando sopratutto il lavoro nascosto di certi mercanti dediti esclusivamente al business?

    E’ un po’ che me lo chiedo seguendo da anni musica e cabaret

    Saluti

    1. Gentile Marco, le opere di arte visiva possono essere depositate alla Siae, inoltre esistono normative sul diritto d’autore a livello nazionale, comunitario e internazionale. Per quanto riguarda i ricavi dalle vendite delle opere successive alla prima esiste il diritto di seguito. Cordialmente Francesca

  21. Mi rendo conto che il mercato ha logiche economiche e deve servirsi di dati certi, misurabili e non aleatori. Però il dato più importante di un’opera sfugge a quelle logiche, il valore “artistico” e professionale dell’opera. Per parlare semplice, non tutte le opere di un artista, anche se molto famoso, hanno il medesimo valore sul piano artistico. Non tutto ciò che è firmato Picasso, per esempio, è un capolavoro. Ma secondo i calcoli, le misure dell’opera e tutti i dati del mercato danno valori altissimi. Così tutte le opere, stando al mercato, dove ciò che conta è la firma, sono opere d’arte, porcherie comprese. Anche perché i critici se ne guardano bene da “criticare” veramente, cioè da analizzare correttamente i valori di ogni opera: pensiamo soltanto alla burla di Livorno con le sculture di Modigliani o alle scatolette con “merda d’artista”.
    Marco

  22. Bravo! molto interessante!
    Io non ne capisco nulla di arte e mi sto avvicinando solo ora a questo mondo.
    Intanto ho comprato due quadri, e l ho fatto solo per quello che mi trasmettevano. Solo ora mi sto provando a capire che cosa ho fatto!
    Non me ne pento e sono felicissimo delle mie scelte!

  23. Salve, giorni fa ho trovato in soffitta durante il trasloco un quadro di Gentilini, come posso avere una sua quotazione, posso ritenermi proprietario dello stesso avendolo trovato? dove posso trovare un catalogo con tutti i suoi quadri?
    Grazie

      1. No è la soffitta della nostra vecchia casa, però dei miei parenti( quelli ancora in vita intendo) nessuno ne sa nulla, come faccio a sapere la provenienza?

      2. Gentile autor, io intendevo Aldo Gentilini, non Franco. esiste un’ archivio di Aldo Gentilini?
        Grazie

  24. Gentile Mauro, Aldo Gentilini purtroppo non è un artista che seguo. Da quel che può vedere anche lei nel web, i prezzi di vendita delle sue opere sono alquanto bassi, perciò non credo ci siano grandi problemi di ventuali spartizioni tra parenti… conviene più che altro capire se il quadro le piace e lo vuole tenere con sé o se è interessato avenderlo, se trova un acquirente. Sulla questione della proprietà illecita o meno, non posso suggerirle cosa fare 🙂

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